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Maria Pia
Il grano duro Saragolla fu introdotto nell’Italia centrale da popolazioni balcaniche di origine medio-orientale nel 400 d.C.: il termine saragolla , infatti, deriverebbe dal bulgaro antico, dove significava “chicco giallo”. Rispetto ad altri tipi di grano resiste molto di più ai parassiti e si presta quindi molto bene alla coltivazione rispettosa della natura e della salute.
Si presenta con un fusto molto alto, può raggiungere quasi i due metri di altezza, caratteristica che lo ha reso piuttosto sofferente alle intemperie come vento e pioggia , difficile da coltivare e con poca resa. È per questo motivo che, a partire dalla fine del diciottesimo secolo, la coltivazione è andata drasticamente diminuendo a favore di grani duri d’ importazione capaci di garantire un’alta produzione in termini quantitativi.
Il grano antico Saragolla è ricco in proteine vegetali e adatto a chi cerca cereali più digeribili rispetto al comune grano duro o grano tenero ( non è adatto per celiaci).
Vanta inoltre un alto contenuto in selenio e beta carotene, sostanze dal potere antiossidante.
Dal Saragolla si ricava una farina di grano duro che è ottima per la preparazione di pasta
e prodotti da forno come pane e pizza.
Studi dell'Università di Firenze hanno dimostrato che il consumo di prodotti a base di grano Saragolla riduce i fattori di rischio cardiovascolare e risulta meno dannoso per l'apparato intestinale.